Non pochi giorni fa vi avevamo parlato del noto corriere americano, ma che opera a livello internazionale, a proposito di un Huawei P30 Pro spedito dal Regno Unito agli USA. Ebbene, era accaduto che FedEx non lo aveva spedito, anche se si trattava di una spedizione privata in ottemperanza con il ban di Huawei negli USA. Adesso emerge che FedEx ha citato in giudizio il governo degli Stati Uniti.
L’accusa, semplice: non è possibile ispezionare minuziosamente tutti i pacchi inviati. Ma è normale, è ovvio che se deve andare alla ricerca della patata bollente, del brand cinese arrancherebbe ed in un modo devastante per il tipo di impresa che svolge FedEx. Se un collo di spedizione, dal Regno Unito agli USA dovrebbe impiegare 3 giorni, ma aspettarne 4 per i controlli a tappeto: addio business.
Fred Smith, CEO di FedEx ha affermato ai microfoni di Fox News quanto segue:
E’ impossibile, anche con i fantastici investimenti che abbiamo fatto per il nostro sistema di computer e adeguamento (ndr ai sistemi di controllo imposti). Noi non possiamo essere i poliziotti del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.
Parole, che giustamente sembrano assai infastidite. Questo non tanto perché viene a favore del mulino di Huawei, ma anche se si fosse trattato della più piccola azienda. Non è giusto condannare qualcuno se non se ne hanno le prove.
Ma FedEx non era da biasimare prima, tanto meno adesso perché il ban di Huawei non può essere gestito da un corriere. Siamo stati subito dell’idea che dietro a quel rifiuto di spedire quel P30 Pro ci fosse stato un malumore in FedEx. Abbiamo avuto la giusta intuizione, eccone la prova. Trump, forse il problema principale non sono i nemici che ti stai facendo fuori dagli USA.